Lettera_dialogo con mio fratello Maurizio.

Ehi, mio caro fratellino, Maurizio (o come dici tu, quando si chiede il tuo nome, Mizio), ho pensato di scriverti, perché se ti parlo tu, assorto spesso nel tuo mondo, non ascolti o, quando hai voglia di parlare, mi interrompi con le tue solite domande (sempre le stesse!). Volevo parlare un po’ con te di questi tempi che viviamo, del più e del meno, ma soprattutto di un tema che mi sta molto a cuore: “ l’aborto”. Tu che ne pensi? O, per lo meno, cosa ne penseresti se non fossi occupato nei tuoi soliti pensieri, tradotti poi in poche solite parole, sempre le stesse? E’ vero, certo così a bruciapelo, cosa posso pretendere che mi risponda     uno che, come te probabilmente, concepito oggi, l’avresti potuto subire?!! E sì perché sei ancora uno dei pochi fortunati ad aver messo piede su questa terra, hai 47 anni, e all’epoca nostra neanche (se pur nato in una grande città come Milano) si facevano tutti gli accertamenti e le tantissime visite ginecologiche, che invece oggi si fanno per “accertarsi” che tutto “fili liscio”, che il bambino sia sano, bello, con il nasino perfetto, gli occhi azzurri, verdi ecc. Tutto oggi è perfetto e ciò che non lo è, nella maggior parte dei casi, si elimina, spesso sotto la guida di medici che lo dicono e lo fanno per il bene della donna; capisci? No, non penso che se fossi stato concepito oggi, mamma e papà, ti avrebbero eliminato, sai in casa in casa nostra c’era l’influenza di “zoti” (lo zio prete di papà) e, per quanto di idee liberali, i nostri genitori, avrebbero rispettato, suppongo, quantomeno il 5° Comandamento del Decalogo donatoci dal nostro Buon Signore!!!

Ma torniamo alla domanda che ti ho posto, cosa ne pensi tu dell’aborto terapeutico e, più in generale della pillola del giorno dopo, quella che sa tanto di “via” in francese con tanto di numero civico? Eh? Beh, tu rifletti, intanto ti dico io qualcosa, in merito alla mia vita con te. Sai penso spesso che sicuramente ti sarebbe piaciuto essere una persona sana e anche a come saresti potuto essere, ma poi mi balena subito in mente e nel cuore una risposta, sempre la stessa; non ci sarebbe stato un “Mizio” sano, perché Mizio è questo “Down” è così, con i suoi occhi vispi, monello, ostinato e caparbio, un po’ dispettoso, ma tanto buono, alcuni attimi sembra un po’ depresso, ma subito dopo pronto a regalarti uno sfottò e un sorriso, sempre pronto a perdonarmi tutto, anche quando lo ignoro o sono nervosa, a perdonare i miei scatti di intollerabilità, di nervosismo, dovuti alla frustrazione per delusioni o in soddisfazioni del mio vivere il presente … lui che non ha altri che me (e la mia famiglia: mio marito e mia figlia s’intende), una stanza e la sua solita vita giornaliera, fatta anch’essa delle solite piccole e poche cose, ciò nonostante è sempre ben disposto verso gli altri, non si lamenta mai di nulla e non è mai annoiato ed è sempre pronto a regalarti un sorriso. La mia vita, senza di lui, poteva essere diversa, avrei rinunciato a meno cose e avrei fatto delle scelte meno condizionate, forse, ma non sarei la persona che sono oggi, e sicuramente non mi ritroverei qui ad interrogarti e interrogarmi su un tema così importante come l’aborto. Sappi, comunque, che avrebbe preso la parola e ti avrebbe escluso da questa vita, questo è l’”aborto terapeutico”, e sì, lascia che ti spieghi questa parola, spesso pronunciata, con tanta superficialità …

L’aborto, caro fratello mio, elimina i feti malati (i bambini) indesiderati, gli “errori della natura” e della “vita umana”!!! Eh sì, cosa credevi che fosse? No, non è una nuova pizza da mangiare! E’ una cosa che la donna, rimasta incinta, fa quando non vuole quella vita che sta crescendo in lei; lei si pacifica con la sua coscienza dicendosi che tanto non è un bambino ancora formato, che (se malato) lei non ha il tempo o la forza per occuparsene, si sente sola, e mille altre ragioni (spesso anche dolorosamente vere, ma mai ragioni valide per eliminare una vita, perché in quell’esserino è già presente una vita …) e così decide, insieme al medico, “abortista di turno”, che quella vita deve essere annientata, non deve, non merita di nascere, quaggiù non c’è posto per lei, ed è un’altra vita di uguale o pari dignità a stabilirlo, non più elevata sol perché in grado, in quel momento, di prendere una fatale decisione! Ci credi? Beh credici, perché purtroppo è così. Ma sai sono le persone che si elevano al di sopra di altre, quelle che pensano che tutto debba andare secondo i propri programmi e le proprie ideologie, che credono di poter decidere chi deve vivere e chi deve morire.

Che cosa? Ma sai che hai proprio ragione? Bravo giusta constatazione. Né tu, né altri con disabilità più grave della tua, pensereste mai di sopprimere i “normali” perché non uguali o simili a voi, o meglio non pensereste mai che una vita debba essere soppressa, perché non rispondente ai “canoni di vita umana”; certo lo so che ogni vita vale la pena di essere vissuta e che spesso siete voi ad insegnarci, nonostante i limiti, a viverla pienamente e con gioia, sfidando quei limiti ed andando oltre il limite stesso. Ti capisco quando mi dici che sei felice così, perché la tua vita è quella che conosci come unica vita vissuta e che, anche se non sembra (agli altri), ha la sua dignità ed importanza … vuoi che non lo sappia io, che ogni santo giorno per anni mi chiedevo che senso avesse la tua vita e la mia e quella di nostra madre legate alla tua? Più percorro questa vita e più capisco la tua vita, prima che la mia, la tua vita-missione; missione che Qualcuno ti ha dato come dono prezioso da far riscoprire a chi questo dono ce l’ha in pieno, ma lo sciupa ogni giorno inseguendo sogni impossibili, quando la realtà anche se dura, ce l’ha in mano e la deve solo vivere, secondo le sue possibilità e nel migliore dei modi. Vuoi dirmi, quindi, che ognuno di questi, che come te, hanno ricevuto questa vita-missione sarebbero dei fari per l’umanità, se solo questa non fosse troppo ripiegata su se stessa e sull’idea di perfezione che fa aleggiare ormai ovunque, dimenticandosi che la perfezione non è una conquista d’esteriorità, ma che solo curando il lato spirituale e interiore dell’uomo, con i più alti sentimenti che lo contraddistinguono raggiunge la perfezione e l’immortalità. E certo che sono d’accordo con te che, anche per quelle persone che credono di vivere la propria vita in piena libertà, facendo, come spesso dicono, “quello che gli pare”, perché persone libere e laiche, in realtà stanno solo vivendo una “falsa libertà” che presto o tardi presenterà loro un conto salato, fatto di mille voci interiori, che gonfieranno, ad un certo punto della loro vera vita, un gran senso di colpa.

Sai, un’altra cosa volevo dirti: da un po’ di anni si usa ricordare, dedicando un’intera giornata, cause particolari, due giorni fa c’è stata la “Giornata della memoria” dedicata alla Shoa degli ebrei; lo trovo molto giusto, e tu? Che mi dici a riguardo? Come? Sì, sI ricordano i deportati ebrei nei campi di concentramento nazisti, quelli che sono stati vittime della follia umana che partì dall’idea di un solo folle e che poi prese piede tra i suoi seguaci che si sono resi complici di delitti di massa immani, in nome della perfezione e della purezza della razza ariana. Eh, che dici? Sì Mizio mio, anche i malati, i disabili facevano tutti la stessa fine, anzi quelli erano i primi. Ma perché ti reputi forse perfetto tu o di pura razza ariana? Oggi? Ah, perché oggi fanno lo stesso? Eh, caro il mio fratellino, perché credo che certe idee insite nell’uomo, quali il delirio di onnipotenza, la supremazia sugli altri esseri umani, sulla natura, sul creato in genere fa perdere all’uomo il senso della misura e il contatto con la realtà vera delle cose, e cioè che è creatura essa stesso e quindi un essere finito, perfettibile lui stesso è quindi come gli altri. E lo so, oggi sono i singoli che hanno perso il senso della misura, erigendosi a padroni della vita e della morte di altri, mentre a loro questo potere non è stato dato; ma non credere che ciò avvenga solo per una idea di perfezione, ma purtroppo avviene anche perché non si reputa giusto o adatto il momento del concepimento, pertanto si eliminano vite anche perfettamente sane, in nome della libertà, padrona ormai di questi nostri tempi, distratti da mille cose inutili, e non si pensa al fatto che gli aborti perpetrati ormai da tantissimi anni, sia in clandestinità che sotto una legge che lo ha reso lecito, hanno superato di gran lunga tutte le ingiustizie, morti causate da guerre, discriminazioni razziali, omicidi, ecc., di cui questo mondo sin dal suo nascere ne è testimone. E’ triste, e lo so che non riesci a concepire tutta questa follia, è difficile capire e accettare, perché tu non faresti del male ad una mosca, pertanto è chiaro che non puoi concepire simili ideologie, ma che ci vuoi fare siamo su questa terra e dobbiamo lottare affinché anche le ideologie più perverse possano cambiare. Io dal canto mio ho voluto sapere la tua opinione, sono felice di sapere che la pensi come me, del resto io posso solo testimoniare che, fratellino caro, la mia vita senza te, sarebbe stata sicuramente meno ricca di sentimenti, anche se a volte contrastanti, di avvenimenti, non sempre piacevoli, ma pur sempre una vita piena e importante che è valso vivere insieme, perché io non mi ci vedo proprio senza di te, ed è valso per te e per me! E’ chiaro che tu non potrai leggere mai queste righe, ma ho voluto realizzare un sogno per tutti e due, in questo finto dialogo ho scritto ciò che il mio cuore desidera che tu sappia, ho voluto parlare con te dei tempi che attraversiamo insieme, perché appartengono a me quanto a te, e mi è piaciuto immaginare un dialogo tra noi su un tema importante, come tra fratello e sorella di questi tempi, avendo una sola certezza nel cuore, che quando attraverseremo la soglia dell’altra vita tu saprai finalmente ciò che hai rappresentato per me e quanto tu sia importante. Grazie di aver percorso la tua vita con me e del tuo dono condiviso con me … come mi disse una volta un amico sacerdote, tu sei un dono ed io ringrazio Dio per avermene fatto partecipe …

Un abbraccio, tua sorella.

 

 

 

“Pochi avranno la grandezza per raggiungere la storia, ma ciascuno di noi può agire per cambiare qualcosa nel mondo, e nell’insieme di tutte queste gesta sarà scritta la storia di questa generazione.”

E. Kennedy

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